Gestione avanzata dei processi in Linux: fuser e lsof

Il controllo dei processi su una Linux box è uno dei compiti più importanti che può svolgere un sysadmin ma anche un utente comune. Ecco allora che la conoscenza degli strumenti fuser e lsof può rivelarsi fondamentale per tenere sotto controllo e diagnosticare con precisione cosa sta accadendo sulla propria distribuzione.

Di seguito voglio presentare una guida sintetica a dei possibili utilizzi di fuser e lsof:

fuser

Alcuni degli esempi riportati di seguito sono tratti da CommandLineFu.

fuser /home/pippo/

elenca tutti i PID dei processi che accedono alla cartella /home/pippo

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Chmod tips&tricks

Voglio raccogliere in questo post un lungo elenco di possibili utilizzi del comando chmod. Il post sarà un work-in-progress, intendo aggiornarlo costantemente anche attingendo a eventuali commenti che vorrete fare.

Chmod ricorsivo

chmod ricorsivo soltanto sulle cartelle (quasi tutti gli esempi sono tratti da Recursive chmod tricks):

find . -type d -exec chmod 755 {} \;

oppure:

chmod 755 $(find . -type d)

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Ubuntu: migrare da ext3 a ext4 il filesystem root

Ho sempre aggiornato installazioni di Ubuntu alle ultime versioni, lasciando come filesystem ext3. Solo su macchine virtuali ho sperimentato ext4 come filesystem di default per Karmic Koala e Lucid Lynx, non notando mai sostanziali miglioramenti per l’utilizzo che faccio di Ubuntu. Ma complice il passaggio di Google a ext4 per i propri cluster Linux, ho deciso di migrare da ext3 a ext4 senza formattare.

Per sperimentare la migrazione ho scelto l’installazione di Ubuntu 9.10 sul mio Samsung NC10, su cui ho impostato un layout di partizioni davvero “rozzo” cioè con un’unica partizione “/” formattata ext3 e una piccola partizione di swap. Ecco i passaggi che ho effettuato per migrare da ext3 a ext4 senza formattare:

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Usare i loop device per creare filesystem in RAID su Linux

Solitamente si usano i loop device su Linux (Wikipedia offre una spiegazione esauriente) per montare delle immagini ISO e renderle accessibili nel filesystem ma non è l’unico utilizzo, per esempio può essere utile formattare dei file e montarli con l’opzione “-o loop” come se fossero dei device. Un possibile scenario potrebbe essere la creazione di due dispositivi in RAID, servendosi non di due device veri e propri ma solo di file.

I passi da compiere, in sintesi, sono i seguenti: creare due (o più) file con dd, usare losetup per consentire il mount senza l’opzione “-o loop” dei due file come se fossero dispositivi veri e propri da poter formattare, assemblare i due dispositivi in RAID utilizzando mdadm.

Vediamo passo passo come fare, la distribuzione cui faccio riferimento per questa miniguida è Ubuntu:

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dtrx: estrarre archivi senza ricordare i comandi di tar su Ubuntu

Leggendo una discussione su Reddit ho scoperto uno strumento da riga di comando davvero molto comodo: dtrx. Sostanzialmente questo programma permette di estrarre qualsiasi tipo di archivio (tar/bzip2/7zip/deb/rpm/zip/rar etc.) senza dover ricordare complicati flag da linea di comando come nel caso di tar: “tar zxvf” o “tar xjvf” solo per citare alcune combinazioni.

Per estrarre un archivio zip con dtrx, solo per fare un esempio, basterà dare il comando:

dtrx archivio.zip

Per impostazione predefinita il contenuto del file zip verrà estratto in una directory chiamata “archivio”, cioè una cartella con il nome del file compresso, ma è anche possibile estrarre i file contenuti nella directory corrente:

dtrx -f archivio.zip

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Mandriva 2010.0: prova su strada

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Seguo sempre con interesse i nuovi rilasci di Mandriva e con l’uscita della versione 2010.0 ho deciso di fare qualche prova su strada per vedere se davvero i miglioramenti descritti dal team fossero reali. La versione che ho provato è Mandriva One 2010.0 in versione Gnome 2.28.1 (la versione KDE non fa per me).

Trattandosi di una LiveCD non ho potuto apprezzare le novità dell’installer. In compenso Mandriva One effettua un boot tutto sommato veloce, deve pur sempre riconoscere al volo tutto l’hardware presente sulla macchina, e come al solito piacevole sotto l’aspetto grafico.

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Videosorveglianza con il Linksys NSLU2 e Debian

nslu2 webcam server

Qualche settimana fa ho tirato fuori dalla busta delle “cianfrusaglie computeristiche” ammassate nell’armadio un oggetto di cui quasi mi ero dimenticato: il Linksys NSLU2. Per chi no lo conoscesse, si tratta di un mini-NAS dotato di presa ethernet e due USB per collegare degli hard disk esterni e renderli disponibili come unità di backup in una rete LAN. La bellezza di questo NAS consiste nella possibilità di potervi installare alcune distribuzioni Gnu/Linux, tra cui anche Debian. Quest’ultima è disponibile come firmware in formato .bin installabile di pochi MB: Debian/NSLU2 (armel) 5.0.3.

Il mio obiettivo con l’NSLU2 è stato quello di creare un sistema di videosorveglianza casalingo, utilizzando una webcam che trasmetta immagini visualizzabili da remoto attraverso un webserver. Vediamo i passaggi fondamentali da compiere.

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