Slackware 10.1

Una buona notizia per gli amanti della distribuzione Gnu/Linux più longeva. Slackware storica distro creata da Patrick Volkerding è arrivata alla release 10.1. Nonostante i gravi problemi di salute, Volkerding è riuscito a portare alla luce una nuova versione della Slack che comprende il kernel 2.4.29 come default con il kernel 2.6.10 come scelta alternativa, il desktop environment KDE 3.3.2 e molti altri aggiornamenti come visibile anche dal changelog.


Il download delle due .iso che compongono la distribuzione è possibile utilizzando BitTorrent dal seguente indirizzo: Get Slack

Intervista a RMS //Richard Matthew Stallman//

Su LinuxDevCenter è apparsa un’intervista al grande Richard Stallman realizzata da Federico Biancuzzi (giornalista dell’ottima rivista Linux&Co).

Molte le domande su cui Stallman non ha mancato di fornire risposte interessanti.


Una domanda in particolare ha evidenziato i contrasti tra il padre del progetto Gnu e Linus Torvald (creatore del kernel Linux). Biancuzzi ha chiesto a RMS come valuti l’utilizzo da parte di Torvald di un software proprietario BitKeeper per la gestione distribuita delle modifiche ai sorgenti del kernel.


Ecco il botta e risposta (in inglese) tra Biancuzzi e RMS:

FB: GNU/Linux (the complete OS!) is probably the most known free software project. What do you think about the fact that Linux (the kernel!) uses a proprietary program to manage its source code?


RMS: It is unfortunate when anyone uses proprietary software. Using it publicly for the development of a prominent free software package is particularly unfortunate, because it sets a bad example for the community.


FB: Isn’t there any free alternative under development?


RMS: There are already free programs that do the same basic job. Linus Torvalds feels they are not convenient enough, and he values convenience more than he values standing firm for freedom. I think that is leading the community in the wrong direction.


As part of the GNU Project, Tom Lord is developing a new free source control system called Arch, which we hope will outdo the proprietary ones. But just because we are competing with proprietary software on issues of technical merit doesn’t mean we think people should choose the program for source control based on technical qualities alone. That would mean assigning zero value to freedom itself. If you value freedom, you will resist the temptation to use a program that takes away your freedom, whatever technical advantages it may have.


Tratto da: Freedom, Innovation, and Convenience: The RMS Interview

Linux Day




Oggi 27 novembre 2004 l’Italian Linux Society ha indetto il Linux Day.
Per chi non sapesse che cos’è ecco una definizione tratta dal Linux User Group di Roma:
Il Linux Day è una manifestazione nazionale articolata in eventi locali che ha lo scopo di promuovere Linux e il software libero. Il Linux Day è promosso e coordinato da ILS (Italian Linux Society) e organizzato localmente dai LUG italiani e dagli altri gruppi che condividono le finalità della manifestazione. La responsabilità dei singoli eventi locali è lasciata ai rispettivi gruppi organizzatori, che hanno libertà di scelta per quanto riguarda i dettagli delle iniziative locali, nel rispetto delle linee guida generali della manifestazione. La prima edizione del Linux Day si è tenuta il 1 dicembre 2001 in circa quaranta città sparse su tutto il territorio nazionale; il successo è stato ancora maggiore con la seconda edizione, svoltasi il 23 novembre 2002 in oltre sessanta città.

L’elenco dei Lug che aderiscono all’iniziativa è consultabile sulla pagina ufficiale dell’evento.

Un trojan per RedHat e Fedora Linux

Ha impiegato molto tempo a manifestarsi il primo trojan per una distribuzione Gnu/Linux ma alla fine è arrivato.
Si tratta della classica e-mail che invita a scaricare una patch di sicurezza in grado di tappare una falla nel binario ls e in mkdir. Ma questa volta non è un sistema Microsoft ad essere il bersaglio del malicious code di turno ma bensì la nota distribuzione RedHat Linux.
L’e-mail, circolante da venerdì 22 ottobre, si maschera come un avviso inviato dal security team di RedHat e invita a scaricare una patch da un dominio del tipo “fedora-redhat.com”, che potrebbe ingannare un utente non molto avveduto.

Il messaggio, rigorosamente in inglese, è questo: “The Red Hat Security Team strongly advises you to immediately apply the fileutils-1.0.6 patch. This is a critical-critical update“.
Ovviamente il dominio fedora-redhat.com è stato registrato da ignoti per essere quanto più simile al vero sito http://fedora.redhat.com della popolare distribuzione Fedora, sponsorizzata da Redhat ma supportata dalla comunità di sviluppatori e includente solo software libero.

Da quanto si apprende dal weblog realizzato dalla società produttrice di antivirus F-Secure, una volta eseguita la falsa patch provvede all’installazione nel sistema di un rootkit

Volendo semplificare il rootkit (un tipo di malicious code nato per sistemi Unix) generalmente sostituisce degli eseguibili comunemente usati con delle versioni modificate agendo in maniera invisibile e permettendo a un utente malintenzionato di avere privilegi di root sul sistema vittima.

Una nota del security team di RedHat ha prontamente ribadito la falsità delle e-mail circolate nei giorni scorsi e ha ribadito come i messaggi riguardanti patch e avvisi di sicurezza provengano dall’indirizzo secalert@redhat.com e siano firmate digitalmente con GPG, la versione Gnu del noto software PGP.

Un set di utility per installare pacchetti in Slackware

Nel lontano 1993 Patrick Volkerding, allora studente dell’Università di Moorhead State in Minnesota, dava vita alla prima distribuzione Linux.

Da molti considerata come la distribuzione per eccellenza Slackware continua a fare proseliti tra chi voglia realmente conoscere il sistema operativo Gnu/Linux. C’è chi, come ricorda Wikipedia, afferma addirittura: “Se conosci Slackware conosci Linux… se conosci RedHat, tutto quello che conosci è RedHat”.
Slackware infatti ha un approccio “ortodosso” non utilizzando praticamente nessuna GUI (Graphical User Interface) e affidando la configurazione del sistema alla pazienza dell’utente, “costretto” il più delle volte a dover agire manualmente con un text editor tipo “vi” sui file di configurazione.

Le cose però stanno cambiando e con l’utilizzo di Kde anche per Slackware la comunità di sviluppatori ha messo a punto delle GUI e degli strumenti in grado di facilitare i compiti anche degli amministratori più legati all’utilizzo della console.

Prenderemo in esame in particolare un programma da riga di comando (di utilizzo elementare) e delle interfacce in grado di semplificare
l’installazione, l’aggiornamento e la rimozione dei pacchetti .tgz utilizzati in Slackware.

Primo tra tutti va segnalato checkinstall, un programma che una volta installato dai sorgenti con il consueto ./configure&&make&&make install, si occupa di pacchettizzare le successive installazioni di programmi scaricati sotto forma di sorgenti.
Questo vuol dire che potremo scaricare qualsiasi sorgente di un applicativo e installarlo però sotto forma di pacchetto .tgz (facilmente rimuovibile ad esempio con removepkg nomeprogramma). Basterà (ovviamente da root) entrare nella directory dei sorgenti del programma da installare e dare ./configure&&make&&checkinstall per attivare checkinstall che ci guiderà in maniera del tutto elementare alla creazione di un pacchetto .tgz per la nostra Slackware.

Esiste poi un programma chiamato swaret in grado di cercare e scaricare patch o interi programmi consentendo di tenere la nostra Slackware aggiornata. A dir la verità l’utilizzo di swaret è abbastanza semplice ma pur sempre impegnativo per chi non sia a suo agio con la console.

Proprio per questo motivo è stato creato SlackInsUp, una comoda GUI che permette di gestire in modalità grafica swaret integrandosi perfettamente in Kde.
SlackInsUp (131Kbyte) può essere scaricato sotto forma di pacchetto .tgz da LinuxPackages e installato con il consueto installpkg.

Una volta installato lo potremo trovare sotto la voce utilities di Kde e per usarlo dovremo inserire la nostra password di root. Avviato il programma potremo ad esempio cliccare su List Pkg poi mettere un segno di spunta su “p” cliccare su Update List e in seguito su Generate List per vedere tutti i pacchetti installati sulla nostra Slackware per cui siano presenti delle patch.

Ovviamente SlackInsUp permette molte altre funzioni che l’utente potrà scoprire utilizzando la semplice e chiara GUI messa a disposizione.

Un’altra utility molto comoda e integrabile in Kde è Slackware package menu un piccolo file di appena 1kbyte che se copiato nella directory /opt/kde/share/apps/konqueror/servicemenus permette di avere integrato nel tasto destro (sotto la voce Actions/Slackware) le principali operazioni eseguibili su un pacchetto .tgz vale a dire “install” “uninstall” (corrispondente a removepkg) “upgrade” e “reinstall”.

SlackInsUp

FlexWiki

Microsoft per la terza volta rilascia un programma con licenza opensource: FlexWiki.
Dopo Windows Installer Xml e Windows Template library il colosso di Redmond ha scelto nuovamente una licenza open, la Common Public License, e il sito SourceForge.net per pubblicare i sorgenti di un suo programma.

Nella fattispecie FlexWiki è uno strumento di collaborazione di gruppo molto versatile derivato dal famoso WikiWiki.