Installare Ubuntu con PXE usando un server Windows

Scenario: vogliamo installare Ubuntu via rete come macchina virtuale in VirtualBox utilizzando un server Windows che renda disponibile l’immagine di installazione della distribuzione. Il vantaggio di una soluzione del genere consiste nella possibilità di non dover avere alcun CD o immagine ISO disponibile in locale per installare Ubuntu, tutta la procedura di installazione della distribuzione avverrà via rete, contattando il server remoto che renderà disponibili i file necessari.

Per rendere possibile l’installazione via rete di Ubuntu dovremo trasformare un PC con Windows in un server PXE (Preboot Execution Environment).

Vediamo i passi necessari per allestire il server PXE su Windows.

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Ubuntu 10.04 Alpha 2: aggiornamento su Eee Box riuscito

Per pura voglia di complicarmi un po’ la vita ho deciso di effettuare un aggiornamento a Lucid Lynx Alpha 2 sull’Eee Box B202. Ho effettuato l’upgrade partendo da una Ubuntu 9.10, che funzionava alla perfezione sul nettop di Asus, utilizzando il solito metodo:

sudo update-manager -d

e poi cliccando su “Esegui avanzamento di versione” dalla finestra di update-manager. Tutta la procedura è filata liscia, l’unico errore l’ho avuto nell’aggiornamento di network manager (non ricordo precisamente l’errore restituito) ma non ha compromesso la buona riuscita dell’operazione. Tutto mi sembra funzionare esattamente come con Ubuntu 9.10, con la differenza che ora “uname -a” da terminale restituisce:

Linux ubuntueeebox 2.6.32-10-generic #14-Ubuntu SMP Thu Jan 7 17:38:40 UTC 2010 i686 GNU/Linux

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Ubuntu: usare tasksel per aggiungere o rimuovere gruppi di software

Per molti non è una novità ma penso che non a tutti sia noto il comando tasksel in Ubuntu. Si tratta di un tool, creato dal team Debian e poi importato in Ubuntu, utilissimo per personalizzare la propria Ubuntu-box successivamente all’installazione, consentendo di aggiungere task (compiti o “ruoli”) attraverso gruppi di software.

Ipotizziamo di aver bisogno di trasformare la nostra Ubuntu in un web server, in un server DNS, in un server PostgreSQL o semplicemente di voler installare Kubuntu, Xubuntu o Ubuntu Netbook Remix. Con tasksel tutto questo è possibile con pochi clic.

Se proviamo a dare da root il comando in una console, invocheremo un’interfaccia grafica che ci consentirà di selezionare l’installazione di uno o più gruppi di software, semplicemente usando la barra spaziatrice per spuntare con un asterisco i “compiti” (task appunto) che dovrà svolgere la nostra Ubuntu. Se invece deselezioniamo un task già installato (sempre con la barra spaziatrice), verrà rimosso tutto il software associato a quel task.

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Compilare Chrome OS su Ubuntu 9.10

Il team di sviluppatori di Google Chrome OS ha preso la decisione di non rilasciare un’immagine binaria del sistema operativo. Una ISO avviabile sarebbe stata molto utile per provare Chrome OS ma a disposizione degli utenti non è arrivato nulla più che i sorgenti e una procedura di compilazione decisamente non alla portata di tutti.

Nonostante questo, va detto che con un po’ di buona volontà è possibile compilare Chrome OS su Ubuntu e su molte altre distribuzioni. Ho voluto provare tutta la procedura di compilazione e generazione di un’immagine sul mio fido Samsung NC10, utilizzando come sistema Ubuntu 9.10 Karmic Koala.

Di seguito voglio sintetizzare, prendendo come base la guida ufficiale, i passi da compiere su Ubuntu per generare un disco .vmdk, utilizzabile per avviare Chrome OS con Vmware o VirtualBox (quest’ultimo è in grado di utilizzare senza problemi i .vmdk).

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Firefox 3.6 Beta 1 provato su Ubuntu 9.10

Firefox 3.6 Beta 1 Mozilla ha rilasciato da poche ore la Beta 1 di Firefox 3.6 e ho colto subito l’occasione per fare dei veloci test del browser su Ubuntu 9.10. Come al solito, basta scaricare il tar.bz2, scompattarlo e avviare il binario di Firefox per poter provare la 3.6 Beta 1, senza bisogno di installare nulla.

La prima cosa che mi ha colpito positivamente è il ridotto tempo di avvio del browser, un miglioramento evidenziato anche nell’annuncio del rilascio. La cosa potrebbe essere dovuta al fatto che tutte le estensioni sono disabilitate eseguendo Firefox 3.6 Beta 1, ma l’impressione è che la velocità sia effettivamente migliorata.

Altra cosa interessante è la piena integrazione con Personas, questo consente di cambiare il tema grafico di Firefox immediatamente. Basta passare il puntatore del mouse su uno dei temi presenti sul sito di Personas per avere una preview immediata del tema su Firefox.

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Disinstallare kubuntu-desktop da Ubuntu 9.04

Prima di partire per le vacanze (maledizione sono quasi finite…) avevo installato KDE su Ubuntu 9.04 ricorrendo al comando:

sudo apt-get install kubuntu-desktop

Installando il metapacchetto “kubuntu-desktop” si installa tutto il necessario per avere KDE su Ubuntu.

Il problema, nel mio caso, è sorto nel momento in cui ho deciso di rimuovere KDE. Ho provato inizialmente a dare il comando:

sudo apt-get --purge remove kubuntu-desktop

Ma in risposta ho ricevuto un codice errore relativo a kubuntu-docs e di conseguenza l’impossibilità di rimuovere kubuntu-desktop.

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Multiboot: installare Windows 7 dopo XP e Ubuntu

Windows 7 è un buon sistema, un Vista second edition fatto bene, dunque vale la pena provarlo, anche sui netbook. L’ho testato sul mio nuovo Samsung NC10 e devo dire che in quanto a performance e usabilità si piazza un gradino sopra a XP. L’unica grossa “fregatura” se si vuole installarlo in multiboot con altri sistemi operativi è il boot loader di Windows 7. Microsoft ce l’ha messa tutta per renderlo completamente differente da quello di XP e decisamente restio a coabitare con altri sistemi.

Ecco la situazione che ho dovuto affrontare: Windows 7 installato come terzo S.O. dopo XP e Ubuntu 9.04, con GRUB installato nel master boot record (MBR) e utilizzato per avviare i diversi sistemi.

In fase di installazione, Windows 7 non chiede nulla sulla presenza di altri sistemi e installa il suo boot loader nel master boot record, eliminando GRUB. Ma non è tutto, Seven installa nella root della partizione di Windows XP il suo boot manager bootmgr, e la cartella “boot” contenente i file necessari al boot loader. In questo modo però formattando la partizione di XP, si perderà la possibilità di avviare Windows 7.

Ma andiamo per gradi: la prima cosa da fare dopo l’installazione di Seven è riavere un boot loader degno di questo nome, cioè reinstallare GRUB.

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